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Data: 31/12/2002 - Anno: 8 - Numero: 4 - Pagina: 8 - INDIETRO - INDICE - AVANTI

RITRATTI DI ANTICHI MESTIERI

Letture: 1276               AUTORE: Carlo Grillo (Altri articoli dell'autore)        

(3° Concorso Fotografico Nazionale organizzato dall’Associazione “Antonio Misasi” di Cosenza – Riflessioni)

La “Casa delle Culture”, nel pieno Centro Storico di Cosenza, si è rivelato il luogo ideale per esprimere le preziose testimonianze del passato. La sala “Suono” si è trasformata per una settimana nella bottega del sarto, in un vecchio studio di cinematografia, in una povera fucina, in un negozio di stoffe, in un laboratorio di restauro e liuteria e in tanti altri spazi interni ed esterni in cui hanno “sfilato” personaggi di un tempo che con la loro immediata freschezza rappresentano un mondo sicuramente più autentico del nostro. È stato davvero sensazionale addentrarsi in quelle situazioni immortalate dall’obiettivo, trovarsi di fronte a quelle donne vestite in nero alle prese con l’impagliatura delle sedie, osservare il pescatore di spalle nell’ora del tramonto alle prese con il rattoppo delle reti, ammirare il lavoro del calzolaio, immaginare le grida-canzoni dei venditori ambulanti nelle fiere dei paesi, conoscere la trebbiatura del grano sull’aia, la preparazione dell’ostia…ed ancora, u quadararu, u casaru, il vasaio. Quanti oggetti partoriti dalle mani sapienti di questi maestri-artigiani: vasi in terracotta, mostaccioli, cesti, barili, grattugie, ceramiche per non parlare dei tanti intarsi ed intrecci. Recupero e difesa degli antichi valori della civiltà contadina e di quella operaia, dunque, in un Concorso Fotografico Nazionale organizzato dall’Associazione Culturale “Antonio Misasi” di Cosenza e patrocinato dal Consiglio e dalla Giunta della Regione Calabria, dalla Provincia di Cosenza, dal Comune di Cosenza e dall’Azienda di Promozione Turistica della Città.
Visitare una mostra fotografica con tali contenuti significa riscoprire un territorio e la sua gente attraverso un viaggio a ritroso nel tempo percorso sul lungo filo della memoria. Significa riscoprire la socialità dei nostri nonni, dei nostri padri, il mondo di ieri ricostruito su piccole-grandi testimonianze che ancora sopravvivono nella nostra amata Calabria. La tecnologia avanzata, nell’era di Internet e del Villaggio Globale sta soffocando la cultura contadina e quella agro-pastorale. Le innovazioni non riescono a convivere pacificamente con le tradizioni. Si avverte un disagio a livello delle proprie sensazioni e delle proprie emozioni, soprattutto per coloro che non riescono ad adeguarsi ai nuovi processi di modernizzazione. Ciò procura inevitabilmente una crisi di valori: aumenta la corsa al benessere economico, al denaro, diminuisce il rispetto per le persone più grandi, l’attaccamento alla famiglia. Bisogna che ognuno s’adoperi per salvaguardare il grosso patrimonio delle tradizioni popolari con i suoi valori autentici, e rendere possibile un futuro che sia il naturale proseguimento e non la rottura col passato. Ben vengano dunque manifestazioni come queste, in un’epoca in cui si ama scrivere fiumi di parole su personaggi famosi ignorando o volendo ignorare le persone umili, modeste, non considerando che spesso molti insegnamenti di vita partono proprio da queste ultime. È la saggezza popolare che si esprime attraverso i proverbi, i canti, la gestualità, i riti, il lavoro.



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